lunedì 9 novembre 2015

Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts (The Peanuts Movie, Steve Martino, 2015)


La produzione di lungometraggi d'animazione tende ad incanalarsi lungo due direttive principali: da un lato opere solide che, pur restando appetibili per un pubblico più giovane, affrontano temi e problematiche spesso molto mature (è il caso dei film Pixar), dall'altro grandi spettacoli pirotecnici in cui la coerenza e la tenuta di trama e sceneggiatura è grandemente tralasciata (molti dei prodotti Dreamworks rientrano in quest'ottica). Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts (The Peanuts Movie, Steve Martino, 2015) all'interno di questa dicotomia si trova, in un certo senso, a metà strada: pur avendo una storia piacevole e coerente si articola lungo una struttura di gag correlate, un chiaro richiamo alle strisce a fumetti di Schulz da cui prende le mosse, mettendone in scena la pletora di personaggi e situazioni. Il suo più grande pregio sta nella capacità di immergersi nell'universo dell'infanzia senza snaturarlo, di descriverne teneramente l'innocenza senza confonderla con l'ingenuità, divertendo (supponiamo, non essendolo più) i bambini e scaldando il cuore agli adulti, restando, anche in questo, fedele alla sua fonte. L'animazione, pur essendo in computer grafica, richiama attraverso più elementi l'artigianalità del disegno animato, utilizzando anche in certi momenti baloon ed onomatopee. Le sezioni più divertenti del film sono, a parere di chi scrive, quelle dedicate all'eterna lotta di Snoopy contro il famigerato Barone Rosso, pura immersione nelle fantasticherie generate dalla venerazione per gli eroi della prima guerra mondiale. Forse Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts (purtroppo vittima della mania italiana per i sottotitoli inutili, ci preme di aggiungere) non sarà ricordato come un grande classico del cinema d'animazione, non è particolarmente innovativo o rivoluzionario, ma resta comunque una visione godibile, che lascia allo spettatore adulto un senso di soddisfazione ed insieme di malinconia: tutti noi siamo costretti, con il tempo, a perdere l'innocenza, a diventare grandi, anche se questo non significa smettere di desiderare di potercisi riavvicinare, di poter tornare ad un'età dell'oro irrimediabilmente perduta, magari immergendoci per un'ora e mezza nei crucci dell'irriducibilmente onesto Charlie Brown.

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