giovedì 24 dicembre 2015

The Jedi Steps and Finale, ovvero il maestro Williams è sempre con noi

Attenzione: in questo articolo ci sono SPOILER sulla fine di Star Wars: Il risveglio della Forza!


Vi ricordate come nella mia recensione dicessi che mi sembrava che la colonna sonora di John Williams per Star Wars: Il risveglio della Forza fosse un po' sottotono, anche se il mio buon senso mi diceva che avrebbe potuto essere soltanto un'impressione dettata dall'averla ascoltata soltanto una volta? Ieri sera ho avuto modo di ascoltarla di nuovo, fugando (quasi) ogni dubbio: le note del maestro Williams, l'uomo le cui composizioni mi hanno accompagnato dall'età di tre anni, sono lì a sottolineare ogni momento, sussurrando con l'arpa, suggerendo con gli archi o rombando a piena orchestra, sfruttando tutta la potenza degli ottoni. Prendiamo, per esempio, la composizione finale, che accompagna la salita di Rey al tempio Jedi, la comparsa di Luke e i titoli di coda, con la consueta carrellata di temi portanti. Prima che andiate avanti, credo sia d'obbligo informarvi del fatto che io non ho mai studiato musica: mi piace molto, ne ascolto tanta, ma non so nulla di tecnica. Quindi prendete questo mio commento come una descrizione emotiva, in cui anche i termini tecnici sono piegati all'espressione del sentimento.





Si inizia lentamente, tenui note ribattute sull'accompagnamento morbido, acquatico e lievemente turbinoso degli archi, un panorama carico di attese: gradino dopo gradino, la protagonista avanza tra il verde, le rocce e il mare calmo. Gli ottoni emergono gradatamente, traghettati dai legni, per sottolineare la comparsa della figura incappucciata che abbiamo aspettato di vedere per due ore. Luke si volta e osserva Rey. L'attesa si fa spasmodica, si sparge in improvvise onde sonore, sottolineate dalle scivolate dell'arpa. La ragazza tira fuori dalla sacca la spada laser di Anakin, porgendola al maestro Jedi con sguardo implorante ma deciso. Le note si alzano in una raffica violenta, poi si smorzano nel tremolare dei violini. Da questo silenzioso panorama emerge il tema della Forza (o Binary Sunset, come era chiamato nella colonna sonora di Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza), prima in chiave minore, suggestivo come sempre, poi sempre più forte, mettendo in primo piano la tensione sotterranea che fin qui ha permeato tutto il brano, espandendosi in una coda nervosa, che sale e sale fino ai titoli di coda, lasciandoci immersi in un senso di fremente attesa che potremo finalmente colmare a maggio 2017. Ed eccolo: il Main Theme esplode con la solita allegra energia, ma stavolta sopra gli archi turbinanti è la seconda linea sonora ad emergere prepotentemente, con i suoi legni squillanti e i suoi trilli, poi come Han e Chewbacca si torna a casa, a quelle note che corrono rapidissime sulle corde degli archi acclamate dagli ottoni che ormai, anche se come me non siete in grado di leggere la musica, conoscete a memoria perché ne avete seguito lo sviluppo con il movimento delle mani migliaia di volte. Le classiche, sognanti giravolte dei violini ci accompagnano verso un nuovo tema, quello di Rey, molto femminile nella sua levità ma molto diverso dal profondamente romantico tema di Leia, per esempio; nel suo inizio puntato c'è dell'avventura, del coraggio, una perseveranza testarda ma non ottusa, un'attesa speranzosa ma insieme venata di timore per il futuro. Gli archi e gli ottoni lo espandono, sentiamo l'eroismo di questa piccola mercante di rottami vestita di stracci. Solo il tempo saprà dirci quale sarà il suo destino. Sugli ultimi esitanti richiami del tema di Rey inizia a svolgere le sue spire quello cupo e ombroso di Kylo Ren. La prima melodia striscia per due volte dall'ombra del silenzio alla luce, prima che una seconda la accompagni, altrettanto carica di presagi inquietanti, introducendo quella principale, passando da uno strumento all'altro, alzandosi di tono fino a finire strozzata nel rapido urlo della tromba: su un rombante tappeto sonoro si staglia spaventoso il tema del giovane idolatra di Darth Vader, imponente e minaccioso sugli acuti tremanti degli archi. Immediatamente lo contrasta un altro tema, veloce e saltellante, una contraerea agile ed efficace affidata alle trombe appena accennate e ai vortici di legni ed archi; con un colpo di piatti si allarga in un arioso disegno luminoso e battagliero, che subito incontra difficoltà, rotea verso il basso in una pericolosa picchiata dei legni, ma senza perdersi d'animo si rialza sollevato dai rapidi tocchi degli ottoni che lo riportano nella stratosfera, nel pieno della battaglia, dove uno squillare di trombe annuncia la marcia della Resistenza, urgente e determinata, solenne nel suo apparire negli elementi più scuri degli archi, alzandosi un poco alla volta: l'eterno, sgangherato ma incorruttibile Davide contro l'immarcescibile e malvagio Golia. I toni qui sono apertamente militari, negli scoppi degli ottoni e nel fremere cadenzato degli archi c'è tutta l'adrenalina dei piloti di Ala-X volteggianti tra la vita e la morte in un cielo affollato da colpi laser e caccia TIE, e tutta la preoccupazione di un quartier generale che ne osserva le mosse con il fiato sospeso. La tesa, fulminea chiusa delle trombe ci lascia ai piedi del tema della Forza, che ritorna venato di tristezza, subito sorretto, però, da una variazione sul tema di Rey, acuto e leggero, quasi confortante: il loro unirsi nel disegno degli archi e degli ottoni ci fa pensare al formarsi di una nuova coppia, maestro ed allieva, la cui origine abbiamo probabilmente potuto osservare all'inizio del brano. Un colpo di campana ci accompagna alla chiusura del brano, affidata ad alcune delle note più alte del tema principale di Star Wars, maestoso e squillante sui piatti che si gonfiano come onde per due volte, prima di cedere il posto alla cascata dell'arpa, quasi impercettibile, e all'ultimo sussulto vittorioso degli ottoni: ritorna ancora il tema della Forza, lento e sommesso, quasi un pensiero triste che improvvisamente ci colpisce, per poi dissolversi nella sezione più scura dell'orchestra in lunghe note mantenute. Ed ecco la firma del maestro: come l'improvviso accendersi di piccole stelle brillanti in un nero cielo notturno, appare di nuovo il Main Theme, sospeso e tintinnante sui tasti dello xilofono. Arrivederci alla prossima didascalia a scorrimento.

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