mercoledì 28 dicembre 2016
Penny Dreadful, la recensione
C’è un solo, fondamentale prerequisito che bisogna soddisfare per apprezzare Penny Dreadful: amare il romanzo gotico ed il romanticismo inglese. John Logan, sceneggiatore dell’acclamatissimo Skyfall (Sam Mendes, 2012), che ha ideato ed in gran parte scritto la serie, realizza con i personaggi delle opere di Bram Stoker, Mary Shelley, Louis Stevenson e Oscar Wilde ciò che la prima stagione di American Horror Story compiva con i luoghi comuni dei film dell’orrore: li inserisce tutti nello stesso universo narrativo e li fa interagire, costruendo attorno a loro una storia che li possa unire.
sabato 17 dicembre 2016
Rogue One: A Star Wars Story, la recensione senza spoiler
La prima cosa che il pubblico abbia mai saputo di Star Wars, ormai trentanove anni fa, è che tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, dilaniata da una guerra civile, un gruppo di spie ribelli era riuscito a sottrarre i piani dell’arma più potente dell’Impero Galattico durante una battaglia. Si trattava di un manipolo di partigiani senza volto, presto messi in secondo piano dalla fiaba spaziale di Una nuova speranza. Da quel cumulo di caratteri gialli su fondo nero stellato è partita la Lucasfilm per sviluppare Rogue One: A Star Wars Story, affidando poi la regia a Gareth Edwards, giovane filmmaker britannico reso celebre da Monsters (qui la mia recensione) ed ambientatosi nel mondo dei blockbuster faraonici con il film di Godzilla uscito nel 2014. Nel primo spin off della galassia lucasiana tutti rischiano, davanti e dietro la macchina da presa: e, se sapevamo per certo che il furto dei documenti imperiali sarebbe riuscito, era più difficile prevedere se l’insidiosa scommessa fatta da Kathleen Kennedy si sarebbe rivelata vincente. All’indomani dell’uscita mondiale della pellicola la risposta a tale domanda è in gran parte positiva.
mercoledì 14 dicembre 2016
Monsters (Gareth Edwards, 2010), la recensione
Generalmente “film di mostri a basso
budget” e “qualità cinematografica” non sembrano poter
rientrare nella stessa frase, ma nel 2010 Gareth Edwards con il suo
Monsters è riuscito ad unirli talmente bene da attirare l'attenzione
delle major hollywoodiane, che negli anni successivi gli hanno
affidato il nuovo film di Godzilla (uscito nel 2014) e il primo
spin-off dell'universo di Star Wars, Rogue One: A Star Wars Story,
che approderà sugli schermi cinematografici della nostra galassia domani.
lunedì 12 dicembre 2016
Stranger Things, la recensione
La storia di
Stranger Things inizia con un rifiuto, quello ricevuto dai fratelli
Duffer nel momento in cui si sono proposti come registi per il remake
di It che arriverà al cinema il prossimo anno; i due hanno deciso,
allora, di dedicarsi allo sviluppo e alla realizzazione di una serie
televisiva che rendesse omaggio alle atmosfere della fantascienza
anni ottanta, scolpita nelle menti di milioni di esseri umani
dall’abilità di maestri quali Steven Spielberg, Ridley Scott, John
Carpenter e, ovviamente, Stephen King. Il design del titolo chiama
subito in causa il celeberrimo e prolifico autore: sembra infatti che
l’ispirazione per esso sia venuto dalle copertine delle edizioni
originali di alcuni suoi romanzi, tra cui, per esempio, Cujo (1981),
La zona morta (The Dead Zone, 1979) e Cose preziose (Needful Things,
1991). I rimandi e le citazioni ad altre opere, in ogni caso, non si
fermano qui e non si limitano al cinema americano, ma si spingono
fino ad alcuni anime giapponesi, tra cui Elfen Lied (エルフェンリート, 2004). Questo
patrimonio narrativo ed iconografico arriva sullo schermo filtrato
dalla storia della misteriosa sparizione di un bambino nell’anonima
cittadina americana di Hawkins; amici e parenti si metteranno alla
sua ricerca, scoperchiando un vaso di Pandora che conduce a
destinazioni inaspettate.
venerdì 2 dicembre 2016
Prisoners (Denis Villeneuve, 2013), la recensione
In un tipico sobborgo americano due bambine scompaiono nel nulla, come inghiottite dal terreno; mentre il detective Loki (Jake Gyllenhaal) porta avanti le indagini ufficiali, Keller Dover (Hugh Jackman), il padre della bionda Anna, intraprende un pericoloso e immorale percorso di ricerca della verità.
È difficile
stabilire chi sia davvero in gabbia all’interno di Prisoners, primo
film americano del canadese Denis Villeneuve (regista in seguito di
Sicario e Arrival): tutti i personaggi, ad un certo punto, si muovono
lungo le stradine ghiacciate che si fanno largo tra ampie distese di
villette a schiera come incatenati, condannati a portare avanti
un’indagine che sembra continuamente sfuggire dalle mani, in cui la
soluzione appare sempre così vicina da poterla percepire, ma non
abbastanza da poterla afferrare. Anche quando delle prove vengono
raccolte, esse rimangono enigmatiche: più interpretazioni sono
possibili, ma nessuna è inconfutabile. Il freddo e l’umido della
pioggia scrosciante entrano nelle ossa insieme alla frustrazione.
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